È la domanda che più affligge e spacca il mondo accademico che si schiera su sponde opposte in merito alla reale importanza e validità dei corsi di scrittura creativa.
Tuttavia è ampiamente dimostrato e assodato che imparare a scrivere si può, e che anche un talento naturale può inaridirsi e infine spegnersi se non viene solleticato con opportuni stimoli e confronti.
Difatti, è proprio l’incontro con scrittori, docenti universitari, saggisti, sceneggiatori, copywriter, giornalisti, ma anche editor, agenti editoriali e critici letterari, che fa della scrittura un via percorribile per tutti noi, sia professionalmente che semplicemente per scopo amatoriale.
Tutti noi siamo circondati dalla scrittura e, seppure per molti può non essere una passione da esercitare, è comunque un dato inconfutabile con cui in qualche modo dobbiamo fare i conti. Ma tutto parte dalla lettura di ciò che è stato già scritto e prodotto da altri e che ci circonda, volenti o nolenti. Nolenti perché non ci si può ostinare ad essere refrattari a quello che i libri o i giornali ci dicono, assumendo la dannosa presunzione di sapere già tutto quel che serve per vivere in questo mondo. Volenti perché la lettura è un bisogno naturale dell’essere umano, il quale ha bisogno di cibarsi di storia e letteratura per gioire dei sensi del pensiero, ma anche di notizie e informazioni per essere vigili cittadini di questo pianeta.
Pertanto a chi serve un corso di scrittura creativa?
Serve a chi ha capito l’importanza di leggere, e di farlo molto, superando la presunzione che per scrivere basta avere un talento naturale, una idea creativa e il gioco è fatto.
Questo insegna un corso di scrittura creativa. Ad apprendere (soprattutto attraverso l’analisi di testi letterari) quali sono i fondamenti che anticipano la stesura di una racconto o romanzo, per poi passare alla struttura, trama, personaggi, ambientazione e quant’altro. Serve a produrre elaborati volti ad esercitare la propria capacità di scrittura, scoprendo o rafforzando la propria voce narrativa e il proprio stile.
Ma il corso serve anche a chi vuole scrivere bene solo per il piacere di sapersi esprimere meglio nella vita sociale, che sia lavorativa o culturale. Le regole che sottintendono la composizione di un romanzo o un racconto sono difatti le stesse che regolano l’arte della retorica o dell’oratoria: trovare le cose da dire (commuovere, convincere), disporre in ordine ciò che si è trovato (esordio, relazione dei fatti, argomentazione, digressione, epilogo) e dare forma linguistica alle idee (scrittura delle parole, ordinamento delle parole).
Ci potremmo dilungare ancora oltre per sviscerare insieme fino a dove possa arrivare un corso di scrittura creativa. Fino a dove possano spingersi i tentacoli del suo valore, così da avvolgere l’intero contesto espressivo, scritto e verbale, che ci contraddistingue come essere umani.
Dunque leggere, leggere, leggere e scrivere. Perché queste attività sviluppano l’intelletto, migliorano le capacità cognitive, innalzano il livello culturale, aumentano la coscienza critica e potremmo continuare all’infinito. Ma aggiungiamo solo che leggere e scrivere eleva il nostro senso di autostima e la capacità di accedere a professioni più vicine al nostro essere ed economicamente più gratificanti.
Pertanto, scrittori si nasce o si diventa?
La risposta è che scrittori si nasce. O si può diventarlo solo per il fatto di essere nati.