Fonte TusciaTimes
SAN MARTINO AL CIMINO (Viterbo) – “Il dizionario della lingua italiana ha quattrocento mila parole e ne usiamo solo tremila. Quali? Sempre le stesse. Qualche preposizione, una spruzzata di articoli, parole che conosciamo da quando siamo bambini, nelle quali riconosciamo il significato come casa, mamma, cacca; cose basilari, parole universali, genericismi. Parole tuttofare, come il verbo ‘fare’. Intercalare: diciamo ‘cioè’ e ‘niente’“.
E questo è solo l’inizio dell’ironico, divertente e applaudito monologo teatrale dello scrittore e docente di comunicazione Massimo Roscia, ispirato dal suo libro “Errorario” (Rai Libri 2023), raccolta antologica di errori grammaticali, ortografici o lessicali, andato in scena ieri sera, 9 agosto, nel borgo di San Martino al Cimino, nell’ambito della terza edizione di ‘Acrobazie Letterarie’ (27 luglio-31 agosto 2024). Un vero successo.
L’incontro sulla bellezza della lingua italiana, che si è svolto al chiostro dell’abbazia cistercense, è stato introdotto dalla curatrice di ‘Acrobazie Letterarie’, Giulia Marchetti che ha ringraziato per l’ospitalità don Fabrizio Pacelli, parroco giovane, intraprendente e sensibile alla cultura. Un grazie è stato rivolto anche alla Nuova Compagnia Teatrale Sammartinese che ha accolto sul loro palco la speciale iniziativa letteraria.
Per i saluti istituzionali è intervenuto l’assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi con un “Ben venuto Massimo Roscia a San Martino e un grazie a voi tutti per essere usciti di casa, perchè non è mai una cosa scontata che la gente abbandoni serate televisive, si vesta, trovi un parcheggio, a volte scomodo, per venire in piazza a un incontro teatrale”.
Qualcuno tra il pubblico ha aperto un piccolo quaderno per segnare parole, errori o orrori.
E lo spettacolo inizia.
“Ritmato, sincopato, fragoroso, polifonico, partecipato, caloroso. Zuzzurellone…è chi si ostina a comportarsi da fanciullo. Lazzi, sollazzi, sti….Gioco con le parole, mi adeguo e faccio acrobazia linguistica.
“Parola che adoperiamo sempre meno di frequente, per piacere, scusa, buon giorno, eppure è una parola che nobilita, che gratifica chi la dà e chi la riceve, una parola olografica, da sola corrispondeva un intero atto linguistico, una parola che certifica la qualità dei sentimenti, che corrisponde pressappoco a una pacca sulla spalla, una carezza, una stretta di mano. È una parola che viene dal latino, ha tanti significati. Gravità, leggerezza, fratellanza, piacevolezza e non ultimo riconoscenza e gratitudine. La parola è Grazie, grazie, grazie a tutti voi, alla Nuova Compagnia teatrale Sammartinese, grazie al Comune di Viterbo, grazie agli amici vecchi e nuovi, a Giulia Marchetti.
“Grazie a lei tutto ciò è stato possibile, grazie alla frescura di San Martino.
“Grazie a Calvino, grazie a Umberto Eco, grazie a Manganelli, grazie a Luigi Malerba, grazie a Gadda, grazie ad Arbasino, a Flaiano, a Peppa Big, ai miei principali riferimenti culturali.
“Grazie a voi, per la pazienza e per l’attenzione che mi auguro vorrete dedicarmi. E grazie a loro (a voce bassa). Loro sono qui, con l’accento…in mezzo a noi… So’ peggio di una setta… Loro, loro, sono ovunque, con la C, quelli che maltrattano la lingua italiana, la fanno a brandelli.
“La ‘Lingua degli Angeli’, diceva Thomas Mann, lingua così, profonda, articolata, complessa, psensuale, ufonica, ha un bel suono. E’ una lingua concepita in maniera perfetta per esprimere tutte le nostre emozioni, una lingua dotata di infinite possibilità, una lingua che sottoutilizziamo. Noi facciamo un uso pigro,l sciatto, superficiale, passivo, bizzarro, poco convenzionale di questa lingua
e grazie a loro se io sono qui.
“Sono anni che conduco una vera e propria crociata, che cammino verso questa terra santa linguistica armato del semplice sorriso. L’italiano è una cosa seria.
“E dico grazie a quelli che si ostinano a dire “almenoche” “tropio” “pultroppo”…non lo dicono più neanche al ristorante cinese. “Pultroppo” è frutto della nostra fantasia. “Pultroppo” è come il mostro di Loch Ness, unicorno rosa, come babbo natale. “Pultroppo” non esiste.
“Si parlava della famiglia del “tuttoattaccato”, Quelli che scrivono “ tutto apposto”, “in fondo
infondo, “avvolte”, come con la coperta…..
“Grazie a quelli che maltrattano la terra H, la mutina, “non ti anno capito” senza acca! In un cartello: “vietati hai minori” con l’acca! “Vivo ha Roma”, con l’acca!” Avete preso nota?
Tante le risate, tanti i calorosi applausi, e con le foto ricordo e il consueto firma copie, si chiude la piacevole e indimenticabile serata.
La terza edizione di Acrobazie Letterarie (27 luglio-31 agosto 2024) quest’anno ha come tema l’Evoluzione delle Parole e del Costume, sei giorni di autorevoli incontri, anche per bambini, tra letteratura, teatro, laboratori di disegno e artigianato per la rilegatura dei libri. La rassegna si svolge a San Martino al Cimino (frazione di Viterbo). La rassegna ha il patrocinio del Comune di Viterbo.
NOTA – Massimo Roscia (Roma, 1970). Scrittore, reporter di viaggio, critico enogastronomico, storico collaboratore del Gambero Rosso, già condirettore editoriale del periodico Il Turismo Culturale, docente di comunicazione, tecniche di scrittura, editing e marketing territoriale, attore, conduttore, autore di romanzi, saggi, guide e sceneggiature. Tra i suoi libri più noti si ricordano: La strage dei congiuntivi (Exòrma, 2014), Di grammatica non si muore (Sperling & Kupfer, 2016) e Peste e corna (Sperling & Kupfer 2018). Nel 2019 ha debuttato a teatro con il suo spettacolo Grazzie. L’ultimo romanzo, Il dannato caso del Signor Emme (Exòrma, 2020) è stato proposto per il premio Strega 2021. Dopo il successo dei suoi Compiti delle vacanze per amanti dei libri (Sonzogno, 2022), l’unico libro-gioco dedicato espressamente agli amanti della letteratura, è tornato in libreria con il volume Compiti delle vacanze per amanti dei libri 2 (Sonzogno, 2023).
Attualmente sta tenendo corsi di scrittura per Feltrinelli Education e lavorando a un libro illustrato per bambini e a un nuovo romanzo grottesco.